La tutela e la conservazione della scena del crimine – di Massimiliano Mancini

La tutela e la conservazione della scena del crimine – di Massimiliano Mancini

Come comportarsi per evitare di danneggiare irreparabilmente le tracce del colpevole.

Incastrato da un capello, da un mozzicone di sigaretta o dalle tracce lasciate sull’orlo di un bicchiere, sempre più spesso l’autore di un delitto apparentemente perfetto è scoperto grazie alle analisi scientifiche della scena del crimine.

La moderna scienza consente di amplificare anche la più piccola traccia, il più esiguo residuo biologico, la più labile impronta, gli esperti delle tecniche di polizia scientifica sono in grado di trovare anche le più nascoste tracce latenti.

Ma nonostante gli enormi progressi della scienza e della tecnica non si può far nulla per ricostruire una traccia distrutta, si può scoprire dai minimi particolari ciò che l’autore di un delitto ha cercato di nascondere con cura, ma spesso non si può nulla quando la scena del crimine è stata contaminata anche dagli stessi investigatori o dalle forze di polizia intervenute per prime.

Molto spesso si assiste anche a gravi impreparazioni degli investigatori, che sottovalutando l’importanza della scena del crimine o sopravvalutando la propria competenza ed esperienza, commettono errori gravissimi che pregiudicano irreparabilmente:
– LA VERITÀ, non consentendo in alcuni casi di ricostruire le esatte dinamiche del fatto su cui si sta indagando e le conseguenti responsabilità (autore, complici, comportamento della vittima, presenza di testimoni, ecc.), aumentando la lista dei casi irrisolti;
– GLI ESITI PROCESSUALI, vanificando il supporto probatorio necessario per l’incriminazione e la successiva condanna del colpevole e dei suoi complici e collaboratori, con la conseguenza che gli autori del crimine saranno impuniti e liberi di proseguire eventualmente la loro carriera criminale, mentre la vittima ed i suoi familiari subiranno una duplice sofferenza, per l’ingiusto danno subito e per l’impunità degli autori.

Queste considerazioni valgono peraltro non solo nel caso di gravissimi reati, o di pericolosi serial killer, poiché l’approccio nei confronti della scena del crimine deve essere lo stesso in tutti i casi in cui sono stati commessi dei reati e si deve accertare la responsabilità ed individuare i colpevoli.

Quindi i rischi di inquinamento della scena del crimine e di distruzione delle prove sussistono allo stesso modo anche sullo scenario di un grave incidente stradale o di un piccolo furto in appartamento.

LA POLIZIA LOCALE SULLA SCENA DEL CRIMINE

Spesso la polizia locale è la prima forza di polizia ad intervenire su una scena del crimine, termine che può evocare immagini cinematografiche forse lontane dalla vita comune, ma all’atto pratico è facile riscontrare quante volte la polizia municipale si trova in scenari con persone decedute (incidenti sul lavoro, apparenti casi di suicidio, decessi riconducibili ad abuso di sostanze stupefacenti ed altri), in locali ed abitazioni ove sono avvenuti furti ed altri reati contro il patrimonio, oppure sulla scena di danneggiamenti dolosi (incendi, attentati, atti vandalici ed altro) ed altro ancora.

In ogni caso, la conservazione ottimale del luogo del delitto è una componente indispensabile per raccogliere prove non corrotte o inquinate, utili ai fini delle indagini.
n reperto degradato, mal conservato, contaminato da agenti esterni non è una prova persa irreparabilmente che potrebbe compromettere gli esiti processuali.

Come evitare rischi ulteriori (crolli, esplosioni, lesioni, contaminazioni, ecc.) per gli operatori e per il pubblico che è sempre attratto dai crimini spinto da un’irrefrenabile curiosità.

Se è vero che l’analisi della scena del crimine richiede competenze approfondite e specifiche (spesso di competenza di investigatori scientifici) si deve considerare che statisticamente il personale di tutte le forze di polizia che interviene per primo sulla scena appartiene generalmente alle qualifiche più basse, con competenze specifiche pressoché nulle (personale delle volanti, radiomobili e servizi di viabilità, ecc.).

Nel nostro ordinamento normativo non è prevista l’individuazione del cosiddetto “Responsabile della scena del crimine”: ossia di una figura istituzionale che si faccia carico di conservare il più intatto possibile l’ambiente interessato da un delitto.

Per questa ragione è necessario che tutto il personale delle forze di polizia abbia una formazione essenziale ma chiara sui primi interventi sulla scienza del crimine, attuando un protocollo che eviti inquinamenti e distruzioni delle fonti di prova e che contemporaneamente tuteli l’incolumità degli operatori e del pubblico.

I PRIMI INTERVENTI SULLA SCENA DEL CRIMINE

La forza di polizia che per prima interviene sulla scena del crimine, a prescindere dalle competenze giuridiche e dal bagaglio professionale e dall’esperienza nell’attività di indagine e nel campo specifico in cui è stato compiuto il delitto (es. infortunistica stradale, polizia criminale, polizia minorile, polizia scientifica, ecc.), è opportuno che gradui gli interventi secondo un ordine di priorità:

1) COMUNICAZIONE E TEMPORIZZAZIONE dell’arrivo sulla scena del crimine ed allerta dei servizi necessari.
2) SOCCORSO ad eventuali feriti o a persone in pericolo per varie ragioni.
3) VERIFICA DELLO STATO DI MORTE EFFETTIVA degli eventuali cadaveri.
4) PROTEZIONE DELL’INCOLUMITÀ pubblica e di coloro che hanno accesso all’area specifica.
5) IDENTIFICAZIONE DEI SOGGETTI presenti e di coloro che hanno avuto accesso a qualsiasi titolo alla scena.
6) PERIMETRAZIONE E VIGILANZA della scena del crimine.

1 COMUNICAZIONE E TEMPORIZZAZIONE
Gli operatori di polizia che intervengono sulla scena di un crimine avvisano immediatamente la centrale operativa, comunicando l’ora esatta di arrivo sul posto e l’indirizzo preciso, il reato presunto o evidente, la sussistenza o meno di uno stato di pericolo (es. rapina in corso, furto in appartamento senza presenza di autori, incidente stradale con presenza di feriti che necessitano di soccorso urgente, ecc.).

Quindi dopo le comunicazioni più urgenti, comunicheranno l’opportunità di attivare servizi specifici (es. squadre viabilità per smaltire il traffico che si è creato, necessità di rinforzi, intervento di servizi investigativi o di squadre specifiche di polizia giudiziaria, ecc.), ed altresì la necessità di allertare o informare altri corpi o enti, secondo la natura del reato e del pericolo (ad esempio ambulanze, vigili del fuoco, corpi e servizi di polizia scientifica, ecc.).

Si cercherà di mantenere un contatto continuo con la centrale operativa per monitorare costantemente l’evoluzione della situazione contingente, soprattutto laddove sia sussistente uno stato di pericolo (reato ancora in corso, incendio, presenza di feriti, ecc.).

Particolare cura dovrà essere riservata all’annotazione degli orari di tutti gli eventi principali, arrivo sulla scena del crimine, intervento dei mezzi di soccorso, trasferimento dei feriti, intervento delle squadre specializzate o di altri corpi di polizia, eventuale sopralluogo del medico legale, intervento del magistrato, ecc.

2 SOCCORSO
All’arrivo sulla scena del crimine si verificherà immediatamente se vi siano feriti da soccorrere, prestando i primi interventi solo se i soccorritori sono sufficientemente competenti, altrimenti si eseguiranno solamente gli interventi indispensabili e che possano escludere evidentemente qualsiasi ulteriore rischio.

Il principio generale in questi casi deve essere sempre quello di agire solamente se si è sicuri di non aggravare il pericolo, altrimenti si attenderà l’arrivo dei mezzi di soccorso e di personale specializzato, evitando di far compiere ai feriti qualsiasi azione o movimento che non sia indispensabile alla loro sopravivenza (ad esempio togliere il casco agli infortunati, spostarli se non vi sono particolari ragioni di pericolo, ecc.).

In presenza di principi di incendio si interverrà senza indugio con qualsiasi mezzo utile (estintori, coperte bagnate, terra o sabbia, ecc.) avendo comunque riguardo alla natura dell’incendio (ad esempio gli estintori a polvere sono pressoché universali, mentre l’acqua e la schiuma non si debbono utilizzare su parti elettriche).

Tutti gli estintori riportano le classi d’incendio (attraverso lettere dell’alfabeto da “A” ad “E”) su cui possono essere impiegati, di seguito uno schema della classificazione degli incendi per valutare l’idoneità degli estintori:

In tutti questi casi si informerà immediatamente la centrale operativa chiedono, nel contempo, l’intervento di rinforzi, di mezzi di soccorso, Vigili del Fuoco, artificieri, secondo la necessità.

3 VERIFICA DELLO STATO DI MORTE EFFETTIVA
In presenza di cadaveri, si dovrà prestare particolare attenzione, innanzitutto perché salvo nei casi in cui la morte è oggettivamente evidente (decapitazione, maciullamento, cadavere carbonizzato) si dovrà concretamente verificare che non si tratti di uno stato apparente.

Quindi, fermo restando che il giudizio e la crono datazione del decesso spettano ad uno specialista (medico legale), si valuterà la presenza di segni tipici dello stato di morte per far escludere la necessità immediata di soccorsi:

– ALGOR MORTIS (TEMPERATURA) la morte fa cessare il processo di termogenesi che mantiene costante la temperatura corporea, quindi un cadavere dal momento del decesso inizia a raffreddarsi per uniformarsi alla temperatura ambientale.
– RIGOR MORTIS (RIGIDITÀ CADAVERICA) i processi di decomposizione iniziano immediatamente, uno dei segni immediati è la rigidità progressiva dei muscoli e delle articolazioni.
– ALBOR MORTIS (IPOSTASI CADAVERICA) il blocco della circolazione sanguigna conseguente al decesso, causa il deflusso dei fluidi corporei ed in particolare del sangue nella parte più bassa del corpo, quindi il corpo assume un pallore progressivo nelle parti superiori e delle macchie rosse (ipostasi) nelle parti inferiori.

Non si deve consentire alcuno spostamento del cadavere sino a quando non siano terminati i rilievi ed il magistrato abbia svolto il sopralluogo ed autorizzato la rimozione della salma.

4 PROTEZIONE DELL’INCOLUMITÀ
Si deve sempre accertare che sulla scena del crimine non vi siano possibili pericoli per l’incolumità dei cittadini e degli operatori presenti sulla scena del crimine.

Quindi si interverrà sulla messa in sicurezza di tutte le fonti di pericolo, ma prestando attenzione a quelle che rappresentano un rischio effettivo, poiché una prevenzione generalizzata potrebbe costituire un’inutile contaminazione della scena del crimine (ad esempio staccando l’alimentazione elettrica).

In ogni caso si annoterà l’intervento effettuato e l’ora esatta, annotando anche le possibili conseguenze che si è in grado di stimare (ad esempio alle ore 15:30, per scongiurare un principio d’incendio, si è chiusa la conduttura del gas metano, con il conseguente blocco del sistema di riscaldamento), poiché questi interventi potrebbero avere conseguenze fondamentali sulle successive indagini (ad esempio la stima dell’ora di morte si effettua misurando la temperatura degli organi interni del cadavere in relazione alla temperatura ambiente e quindi la presenza di sistemi di riscaldamento o climatizzazione può alterare la datazione dell’evento).

5 IDENTIFICAZIONE DEI SOGGETTI
E’ fondamentale che i primi operatori che intervengono sulla scena (di qualsiasi forza di polizia generale o locale) provvedano immediatamente a:
– identificare tutti i presenti sulla scena del crimine e nelle immediate vicinanze senza esclusione, poiché chiunque potrebbe avere un ruolo da accertare successivamente (autore del reato, testimone, vittima, ecc.);
– annotare tutti coloro che, a qualsiasi titolo, hanno avuto accesso alla scena del crimine (ad esempio si annoterà il nominativo del medico legale intervenuto, la targa dell’ambulanza o dell’automezzo dei VV.FF., ecc.;
– trascrivere i veicoli presenti o intervenuti sulla scena del crimine;
– annotare eventuali contaminazioni della scena ed i motivi per cui si sono verificate.

SE LA SCENA È UN LUOGO CHIUSO OCCORRE ANNOTARE:
-lo stato di porte e finestre (Aperte/Chiuse);
-lo stato di ogni sorgente di Luce artificiale (Accesa/Spenta/Rotta);
-la posizione dei mobili (se sono stati spostati o rotti);
-lo stato degli elettrodomestici (Accesi/Spenti/Stato/Condizioni);
-le Condizioni ed il livello di illuminazione della scena;
-le condizioni meteorologiche;

SE LA SCENA È UN VEICOLO OCCORRE INOLTRE ANNOTARE:
-lo stato del motore (Acceso/Spento) e la temperatura generale (Caldo/Freddo);
-lo stato delle luci (Accese/Spente) e della batteria (Normale/Scarica);
-la posizione delle portiere (Aperte/Chiuse/In sicura);

RAPPORTI CON IL PERSONALE SANITARIO:
SE È GIÀ PRESENTE SULLA SCENA DEL CRIMINE:
chiedere ora del decesso, se nota, controllare lo spostamento del corpo della vittima e chiederne il motivo;
identificare il personale sanitario intervenuto e registrare gli automezzi di soccorso;

SE INTERVIENE SUCCESSIVAMENTE:
fornire le opportune disposizioni sulle modalità di accesso e di comportamento sulla scena del crimine;
seguirli lungo il percorso nella scena del crimine per limitare l’inquinamento e per registrare spostamenti di oggetti ed altri inquinamenti della scena necessari per i soccorsi.

SE SI INDIVIDUANO DEI SOSPETTATI SULLA SCENA DEL CRIMINE:
-Accertarsi che non siano armati e pericolosi.
-Fermarli.
-Ammanettarli, isolarli dai testimoni e tenerli fuori della scena del crimine.
-Annotare e conservare i reperti.
-Impedire che il sospetto si lavi o usi i servizi igienici.
-Impedire qualsiasi conversazione tra il sospettato ed i presenti.
-Non interrogarlo.
-Annotarne il comportamento e qualsiasi dichiarazione spontanea.
-Dare l’allarme per la ricerca, se il sospettato fugge.

-6 PERIMETRAZIONE E VIGILANZA
Gli operatori di polizia che intervengono per primi sulla scena di un crimine si preoccuperanno di tutelare la scena del crimine allontanando immediatamente tutte le persone non autorizzate e quindi perimetreranno l’area posizionando dei nastri di segnalazione e dei cartelli esplicativi che indicano che è vietato l’accesso all’interno, vigilanza dell’area.

Vigileranno quindi sulla scena del crimine e sul personale che vi accede, affinché nessuno possa:
– rimuovere o spostare qualsiasi cosa sino a quando non siano terminati i rilievi;
– maneggiare qualsiasi oggetto o superficie (inquinandola con impronte estranee alla dinamica del crimine);
– fumare (disperdendo mozziconi e tracce di fumo che inevitabilmente altererebbero la scena);
– utilizzare i servizi igienici, compresi i rubinetti dell’acqua (per evitare inquinamenti con materiale organico o impronte estranee alla scena del crimine);
– utilizzare apparecchi telefonici (alterando la lista delle chiamate, le impronte digitali ed i residui organici);
– variare la temperatura ambientale intervenendo sul riscaldamento e climatizzazione oppure aprendo o chiudendo finestre e porte (essenziale per ricostruire le condizioni ambientali al momento del delitto);

Si adotteranno anche opportune misure di protezione dagli agenti meteorologici, attivando i provvedimenti più opportuni per proteggere la scena del crimine e le tracce circostanti (ad esempi coprendo i materiali più deperibili con teli impermeabili, ecc.).

Per evitare rischi di inquinamento accidentali è necessario individuare un punto al di fuori della scena del crimine destinato all’incontro ed alla consultazione degli operatori di polizia, magistrati e consulenti che arrivano sul luogo del reato.